2014-11 madonna dei fusi a vill vigoni - ARTELARIO

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Comunicato stampa - 18 settembre 2014
E’ destinato a far discutere il volume “La Madonna dei Fusi di Leonardo da Vinci. Tre versioni per la sua prima committenza francese”, edito da CB Edizioni

Le Madonne dei Fusi di Leonardo da Vinci “diventano” tre

Lo studio di Carlo Pedretti e Margherita Melani ricostruisce la fortuna artistica del tema iconografico studiato da Leonardo ma, soprattutto, fa il punto sulla sua genesi

Le Madonne dei Fusi di Leonardo da Vinci “diventano” tre e come in un romanzo diventa sempre più avvincente e affascinante la ricostruzione storica e critica di una delle opere perdute del “genio” toscano. E’ senza dubbio destinato a far discutere la comunità scientifica il volume di Carlo Pedretti e Margherita Melani “La Madonna dei Fusi di Leonardo da Vinci. Tre versioni per la sua prima committenza francese”, appena uscito - in una versione elegante e curatissima - per i tipi della CB Edizioni di Poggio a Caiano. Nell’aprile del 1501 a Firenze, Leonardo da Vinci (1452-1519) ormai cinquantenne, lavorava a un “quadrettino” nel quale dipingeva una Madonna col Bambino che ha sottratto l'aspo cruciforme alla madre. L’opera era destinata a Florimond Robertet, favorito del re di Francia, Luigi XII. La notizia si ricava da una lettera di Fra Pietro da Novellara ad Isabella d’Este datata 14 aprile 1501: «El quadretino che fa è una Madona che sede come se volesse inaspare fusi, el Bambino posto il piede nel canestrino dei fusi, e ha preso l’aspo e mira atentamente que’ quattro raggi che sono in forma di Croce. E come desideroso dessa croce ride et tienla salda, non la volendo cedere alla Mama che pare glela volia torre». Isabella, che in realtà aspettava notizie di un ritratto da lei commissionato da tempo a Leonardo ma che tardava ad essere realizzato, dovette incuriosirsi non poco di questa curiosa descrizione, al punto che chiese ulteriori informazioni su come poterne avere anche lei una “copia”, così come lo stesso re di Francia Luigi XII che probabilmente ammirando l’opera direttamente dalle mani di Robertet se ne innamorò. Le fortuna di quel soggetto iconografico fu tanta e tale che solo nella prima metà del Cinquecento fu riproposto in una serie di ben oltre trenta di copie e derivazioni. Carlo Pedretti e Margherita Melani ricostruiscono la fortuna artistica del tema della Madonna dei Fusi, studiato da Leonardo e più volte presentato da allievi e seguaci ma, soprattutto, fanno il punto sulla sua genesi. Per Pedretti e Melani, sono infatti tre le versioni riconducibili a Leonardo e alla sua cerchia più stretta: la Madonna Reford, la Madonna Buccleuch e quella Crespi. Tutte e tre le versioni fanno dunque capo a un’idea di Leonardo che a quel tempo era tutto preso dagli studi di geometria e meccanica, a tal punto che lo stesso Novellara, in altra lettera,ebbe a definirlo «impazientissimo al pennello». Leonardo si limitava quindi a istruire gli allievi più dotati, affidando loro prestigiose committenze a lui pervenute, seguendoli da vicino nella loro esecuzione come poco dopo avrebbe fatto Raffaello con i propri allievi. L’altissima qualità pittorica delle tre versioni fa sì che esse siano da ritenersi le tre versioni ideate dallo stesso Leonardo per la sua prima committenza francese. Tre declinazioni del medesimo tema, la Madonna dei Fusi, indagato dagli autori attraverso disegni di Leonardo, fonti letterarie e storiche. Lo studio, edito da CB Edizioni, chiarisce anche la figura e il ruolo del committente, Florimond Robertet, e l’origine del soggetto rappresentato che tanta fortuna ha avuto da vantare un cospicuo numero di copie. Il volume si conclude con una puntuale ricognizione proprio su un ampio gruppo di copie e varianti, testimonianza non solo del successo della Madonna dei Fusi ma anche dell’indiscutibile valore storico-artistico dell’opera leonardesca.

CARATTERISTICHE TECNICHE
Volume: 1 con cofanetto Formato: 36 x 31,5 cm
Pagine: 144
Illustrazioni: Immagini a colori
Lingua: Italiano e Inglese (bilingue)
Prezzo: € 84,00
ISBN: 978-88-97644-36-1

Ufficio Stampa CB Edizioni - Agenzia Freelance Siena
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Accompagna l'evento il Mo. IVAN PELA'
con il liuto.

Ivan Pelà si è diplomato in Liuto Rinascimentale - Barocco e Tiorba presso la Civica Scuola di Musica di Milano con il M°.Paul Beier. Ha frequentato corsi e seminari tenuti da A. Bailes, P.O'Dette e H. Smith. Ha studiato presso la Scuola di Paleografia e Filologia Musicale di Cremona. Docente Ed. Musicale. Svolge attività concertistica sia come solista, sia come membro di vari gruppi di Musica Antica. Ha collaborato come strumentista aggiunto con diverse orchestre italiane (Teatro alla Scala di Milano, orchestra R.A.I. del Conservatorio di Milano, ecc.). E’ Direttore Artistico del “Festival Internazionale di Danza e Musica Antica” della Valle del Seveso. Ha scritto articoli riguardanti la prassi esecutiva degli strumenti antichi per riviste specializzate come "Il Fronimo" e "Società Italiana del Liuto".  Ha inciso per diverse case discografiche (Fonè, Bongiovanni, Stradivarius, EMI France, Tirreno, Symphonia) ed ha partecipato a numerose trasmissioni radiofoniche e televisive.
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